martedì 21 gennaio 2014

30esimo e 40esimo.

...sfilo l'orologio color acciaio che mi ricorda che sono una persona rispettabile e rispettosa delle regole e lo appoggio alla liscia superficie del tavolo di formica bianco, sottotetto della Mediatek di Schwaebisch Hall, Deutschland; alla fine, da meno di una settimana ho 40 anni, sono tornato a casa in Italia, posto che, sembra, mi abbia richiamato a se in tutta la sua follia più che messicana. Resta una sottile e poco superficiale linea di nostalgia acuta per un posto e per un periodo  che sembrano non essere mai esistiti. Avete mai varcato la porta di casa dopo un lunghissimo viaggio in un posto lontano con la netta e disintegrante sensazione di non esservi mai mossi? Avete mai aperto la valigia sul letto, investiti da quello strano odore che non appartiene ai vostri abiti di casa? Avete mai tolto la sabbia dal fondo della Samsonite lasciandovela appiccicata alle dita, ripassandola sui polpastrelli per richiamare l'effetto delle vostre mani sulla spiaggia? Non so cosa succeda tornando ai propri angoli di mondo...sembra ci si possa dimenticare istantaneamente di tutto quello che è successo, investiti dalle facce dei parenti, degli amici, delle situazioni che vi vengono subito a cercare dopo i controlli ai passaporti (ultima barriera non ripercorribile che vi separa dalla vita abituale); salvo che poi, alla lunga i ricordi riaffiorino con la precisione dei turaccioli di sughero in una bacinella d'acqua: gli sguardi, i sorrisi, le incazzature, i momenti di quotidianità che ci creiamo anche a 10.000km da casa, la pizza del mercoledì lungo la 10a Avenida DIagonal, il cinema in inglese accompagnato dal tremendo MacDonald, la camminata pomeridiana da 14 km (tutti da dimostrare forse) lungo le verdissime strade dei quartieri alti. I ricordi vi verranno a trovare quando meno sarete pronti, vi investiranno con tutta la forza d'urto di cui sono capaci, vi sembrerà di poter ri-annusare gli odori, di sentire il fresco della balaustra di cemento di casa, alla sera, con la sigaretta che sancisce la fine del giorno. Oggi mi è successo, mentre mi trovavo chiuso nel cubicolo della mia stanza da college tedesco con davanti il caso accusativo  e a lato l'orrido piumone e lo scomodissimo cuscino  quadrato tedesco(quale cuscino oltre al proprio è comodo?). Mi sono tornate in mente le prime caldissime ore in quella fornace vera che era la nostra camera nel B&B Mexico e Amore, lo stordimento del viaggio, il ruvido incomodo delle lenzuola lise dalle troppe asciugature meccaniche. Ho riprovato quella pazzesca ossessione di calore che ci circondava e ci massacrava i movimenti, l'odore del legno bollente a fine giornata nel microscopico patio, circondato dall'umanità locale, ancora incapaci di capire cosa sarebbe stato dei giorni a seguire. 
Ho parzialmente nicchiato lo studio oggi pomeriggio, sono uscito nell'umidità ghiacciata di questo posto, a cercare un evidentissimo contrasto con quei giorni che tanto ho amato e che, come dei killer, oggi sono venuti a prelevarmi di peso e a condurmi al cospetto della mia Mexican Experience ora che, sotto le unghie, del Mexico non mi è rimasta più nemmeno la sabbia.

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