...partire per un lungo viaggio che vi porterà lontani da casa non è solo chiudere la valigia, svuotare il serbatoio della moto che mai più rivedrete, stivare gli indumenti invernali nei box di mamma e papà e finire di chiudere tutte quelle pratiche che vanno dal contratto del telefonino all'abbonamento dell'autostrada.
Partire per un lungo viaggio è molto e molto di più di tutto questo. Quindi attenti a desiderarlo troppo, si potrebbe anche realizzare davvero questo vostro sogno, lasciandovi così senza più scuse o mugugni sul fatto di vivere un posto che non vi piace più; se non avete preso bene le distanze e le misure di quello che volete il salto potrebbe essere troppo lungo o troppo corto e voi, ignari, atterrereste di faccia sul friabile ma duro calcare della pianura di Playa. Personalmente ho voluto e progettato tutto questo molto a lungo, forse magari anche un po' troppo come mi ha fatto presente un amico tempo addietro: "Hai aspettato così tanto che ora parti nella stagione sbagliata e forse nel momento economico sbagliato!" Pazienza, parto, l'importante è quello; parto in compagnia, che è ancora più importante perchè, quando si ha un po' paura di qualcosa, non c'è nulla di più bello di sentire la mano di qualcuno, e non importa se quel qualcuno ha ancora più timore di voi.
C'è uno strano torpore in questi giorni lenti e vischiosi di una mezza primavera italiana, c'è quella buffissima sensazione che nulla si muova veramente. Avete presente quando siete sdraiati nell'acqua, a pancia in giù sulla tavola e non sentite nulla che non siano le solite ondine e i piccoli sciabordii? E poi? E poi, di solito, ad un certo momento dietro di voi si gonfia l'onda e arriva il momento di mettersi in piedi, in ballo, in gioco e fare la vostra corsa fino alla fine.
Inno all'indolenza dei giorni prima dell'onda.
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